Cultural Bias Scavenger Hunt workshop
Un’altra opportunità di sperimentare contenuti sul rapporto design-IA con gli studenti è venuta nell’Aprile 2023 dal workshop Cultural Biases Scavenger Hunt, rivolto a studentesse e studenti in design statunitensi e italiani (nel senso delle università di provenienza), organizzato insieme a Paolo Cardini (Rhode Island School of Design), con cui ho co-progettato la metodologia e realizzato tutte le attività.
Il workshop mirava ad esplorare l’intricata interazione tra cultura, design e intelligenza artificiale.
I partecipanti sono stati abbinati in modo da combinare tra loro persone di diversa estrazione culturale, quindi incaricati di creare concept di prodotti o servizi per contesti specifici delle loro regioni e culture di provenienza (e formulati nelle lingue madri), utilizzando solo ChatGPT per qualsiasi attività di ricerca e soltanto Midjourney per la generazione di immagini (no, nemmeno la matita). Dai un’occhiata alle pagine dei progetti per vederli in originale. L’obiettivo era sviluppare concept culturalmente sensibili, evitando gli stereotipi globali di cui sono infarciti gli LLM alla base di questi prodotti. I primi avanzamenti progettuali sono stati scambiati tra i membri delle coppie e analizzati per verificarne la qualità dell’allineamento culturale. L’impossibilità di informarsi al di fuori della piattaforma di OpenAI ha permesso ai partecipanti di sperimentare in prima persona i pregiudizi e le distorsioni che l’IA può introdurre.
Le riflessioni e le conclusioni degli studenti offrono uno sguardo affascinante sulle sfide e le opportunità del design guidato dall’intelligenza artificiale. Uno dei temi più ricorrenti riguarda l’importanza di comprendere il contesto culturale e le tradizioni dell’evento o dell’argomento per cui stavano progettando. Hanno capito che per progettare in modo efficace dovevano approfondire le sfumature, andando oltre la superficie ovvia del visibile. Un altro tema ricorrente è stato quello del riconoscimento dei pregiudizi e degli stereotipi che possono essere incorporati nei dati generati dall’IA. Gli studenti hanno notato che se da un lato gli strumenti come ChatGPT possono fornire una grande quantità di informazioni, dall’altro possono anche perpetuare pregiudizi e stereotipi culturali. Per esempio, alcuni hanno fatto notare che lo strumento di intelligenza artificiale ha suggerito piatti tradizionali per una specifica festività che vengono consumati tutto l’anno e non sono specificamente associati all’evento. Ciò ha evidenziato la necessità per i progettisti di valutare criticamente le informazioni fornite dagli strumenti e di effettuare controlli incrociati con altre fonti. Gli studenti hanno anche riflettuto sulla natura iterativa e collaborativa del processo di progettazione. Hanno notato che il ciclo di supporto reciproco, in cui si scambiavano semilavorati e si fornivano reciprocamente un feedback, è stato fondamentale per perfezionare i loro progetti e approfondire la sensibilità culturale nel design. Questo processo ha sottolineato l’importanza della collaborazione e del feedback tra pari nel promuovere la creatività e l’innovazione.
Le riflessioni conclusive del workshop Cultural Biases Scavenger Hunt sottolineano – come da intenti di Paolo e me – il potenziale dell’IA nel design, evidenziando al contempo la necessità per i designer di approcciare gli strumenti con occhio critico. Mentre l’IA continua a plasmare il campo del design, è fondamentale per i progettisti navigare nel delicato equilibrio tra lo sfruttamento del potenziale e il mantenimento di una sensibilità contestuale che le macchine non possono ancora avere.
L’elenco completo dei progetti e dei partecipanti può essere consultato sul sito web.