Rigenerazione Urbana: L'IA è il Nuovo Mattoncino?'
Quando mi è stato proposto di contribuire a questo libro dal titolo “Riattivazione dell’ambiente costruito” ho pensato che alla fine, il passato sa perseguitarti in modi inaspettati.
[Per chi giustamente non sa nulla di me, tra le cose fatte c’è anche una laurea in architettura e pianificazione urbana, il passaggio da quel mondo a quello della tecnologia (con la mia prima startup Slowd), poi la manifattura digitale, la ricerca, la progettazione strategica e sistemica con le tecnologie emergenti, il dottorato, ecc. E per fortuna siamo nell’epoca in cui avere percorsi di formazione/lavoro non lineari fa figo]
Per me gli ultimi vent’anni sono stati una parabola di sempre più codice e meno pietre, sempre più progettazione di senso che di cose. Oggi il tema dei luoghi, visti dalla prospettiva socio-tecnica e più olistica ritorna, come a chiudere questo loop. Un piccolo allineamento cosmico, nel mio microcosmo.

(Finito con le scusanti) in realtà ho contribuito soprattutto portando un approccio all’uso dell’intelligenza artificiale nei processi di rigenerazione urbana che è un pezzettino di quello che sto facendo con Relaia, incentrato sul concetto cardine dell’intelligenza di comunità.
Il concetto su cui con Michele Zannoni e Flaviano Celaschi in particolare ci concentriamo qui riguarda la necessità di ripensare il ruolo della progettazione nell’era dell’IA, passando da una mera ottimizzazione di processi a una vera e propria co-creazione di soluzioni che rispondano ai bisogni e ai valori delle comunità.
Riattivare l’ambiente costruito non riguarda solo il rinnovare gli edifici o riqualificare le aree degradate. Significa dare nuova vita ai luoghi, restituendo loro un significato e una funzione sociale, progettare spazi che promuovano l’incontro, la collaborazione, l’innovazione e la crescita personale. Significa, in definitiva, creare ambienti che supportino il benessere delle persone e la vitalità delle comunità.
Che è molto più immateriale e sociale che necessariamente “edile” [consolandomi un pò sulle persecuzioni del passato].
L’intelligenza artificiale, superata l’era della “smart city” non è più solo uno strumento per ottimizzare i flussi di traffico o per prevedere i consumi energetici, ma un potente alleato per comprendere le dinamiche sociali, i bisogni delle persone e le potenzialità dei luoghi. L’IA può aiutarci a:
- Analizzare grandi quantità di dati per identificare le aree più bisognose di intervento e per comprendere le cause dei problemi urbani.
- Simulare diversi scenari di intervento per valutare l’impatto delle nostre scelte progettuali.
- Coinvolgere attivamente i cittadini nel processo di progettazione, raccogliendo i loro feedback e le loro idee.
- Personalizzare gli interventi in base alle esigenze specifiche di ogni comunità.
Il lavoro che stiamo svolgendo con Relaia è un esempio concreto di come l’IA possa essere utilizzata in modo etico per creare soluzioni di rigenerazione urbana più inclusive, sostenibili e partecipative.
Stiamo sviluppando algoritmi che analizzano dati provenienti da diverse fonti (social media, sensori ambientali, dati demografici) per identificare le esigenze delle comunità e per proporre interventi progettuali mirati.
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Riferimenti
Fanzini, D., Venturini, G., Zreika, N., Celaschi, F., Zannoni, M., & Cattabriga, A. (2025). Riattivazione dell’Ambiente costruito: Dalla teoria alla pratica. Springer. https://link.springer.com/book/9783031961373