Andrea Cattabriga â–®


👋 sono un designer, ricercatore e consulente esperto in design strategico

(quello che trova il modo per collegare problemi a soluzioni), appassionato di processi di innovazione che coinvolgono l’intelligenza collettiva, e le tecnologie emergenti.

Mi interessa produrre valore costruendo nuove interfacce positive fra società, comunità e tecnologie.

Cerco di trascorrere sempre più tempo della mia vita - e quindi anche del mio lavoro - con persone e organizzazioni che si impegnano a costruire una società più inclusiva e sostenibile, non solo a parole.

In evidenza

Cultural Bias Scavenger Hunt workshop

Cultural Bias Scavenger Hunt workshop

Un’altra opportunità di sperimentare contenuti sul rapporto design-IA con gli studenti è venuta nell’Aprile 2023 dal workshop Cultural Biases Scavenger Hunt, rivolto a studentesse e studenti in design statunitensi e italiani (nel senso delle università di provenienza), organizzato insieme a Paolo Cardini (Rhode Island School of Design), con cui ho co-progettato la metodologia e realizzato tutte le attività.

Il workshop mirava ad esplorare l’intricata interazione tra cultura, design e intelligenza artificiale.

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Il più grande errore che si può fare valutando l'impatto delle tecnologie emergenti

Il più grande errore che si può fare valutando l'impatto delle tecnologie emergenti

Nei dibattiti sulle tecnologie emergenti, chiacchiere da bar a parte, noto spesso che molte argomentazioni sono fondamentalmente difettose.
Quando ci si domanda come sarà il futuro e si cercano risposte nelle sole proiezioni di trend e schemi conosciuti si sta omettendo una parte fondante dei sistemi complessi: le proprietà emergenti, quelle non osservabili prima che il sistema raggiunga un determinato stato, date dall’interazione fra i suoi componenti.

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Il design come algoritmo dell'innnovazione

Il design come algoritmo dell'innnovazione

Da un pò di tempo sia in contesti educativi che di aziendali mi ritrovo a parlare di design e soprattutto di come lo intendo io (spiegare cos’è il design oggi è sempre parte del menù). Dopo anni nei quali ho usato una spiegazione che tenesse insieme varie sfaccettature, oggi vado diretto a questo schema che ho in bozza perenne, in attesa di dargli forma scientificamente rilevante. In pratica propongo di vedere le attività progettuali come un algoritmo dell’innovazione, che tiene in considerazione le diverse scale della complessità, il tempo e l’impatto auspicato, poi i metodi di conseguenza.

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AI e la via catastrofica

AI e la via catastrofica

Riflettendo sul livello del dibattito relativo all’intelligenza artificiale trovo sempre più difficile accettare la deriva catastrofista, fondata su di una presunta agentività “della macchina” e dell’inesorabile inclinazione del piano verso l’annichilimento dell’uomo. Primo perché l’assunto della macchina come di un UNO dotato di intenzionalità mi pare totalmente fuori luogo (o figlio di un livello di ingenuità anche tecnica, non più perdonabile), e secondo perché la scusa della macchina dotata di agentività sottende un vuoto nella capacità umana di dare senso al proprio interagire con essa (o peggio, una percezione dell’AI stregonesca, mitologica e divinatoria).

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