Da un pò di tempo sia in contesti educativi che di aziendali mi ritrovo a parlare di design e soprattutto di come lo intendo io (spiegare cos’è il design oggi è sempre parte del menù).
Dopo anni nei quali ho usato una spiegazione che tenesse insieme varie sfaccettature, oggi vado diretto a questo schema che ho in bozza perenne, in attesa di dargli forma scientificamente rilevante.
In pratica propongo di vedere le attività progettuali come un algoritmo dell’innovazione, che tiene in considerazione le diverse scale della complessità , il tempo e l’impatto auspicato, poi i metodi di conseguenza. L’idea è decentrare l’oggetto dell’attività progettuale (caro a Buchanan quando definiva i 4 ordini del design).
E’ una personalissima teoria del tutto che ha come centro la relazione forte tra le grandezze chiave dell’organizzazione e le logiche delle attività progettuali. Grande ambizione, grandi difetti, lo so…
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